Ci sono degli spunti secondo me positivi.
Prima cosa, i soci sono italiani ed il contratto di affitto del marchio prevede l'acquisto finale. Stando così le cose, il marchio Garelli rimarrebbe in Italia invece che traslocare ad Oriente.
Seconda cosa, trovo confortante che sia stata scelta questa forma per un tipo di veicolo che per quanto sia rappresenta la mobilità del futuro.
Significa che è una forma "positiva", riconoscibile ed identificata come gradevole, pratica e versatile. In questa veste, le proporzioni da scooter (con sellone e ruote piccole) sono forse un po' da digerire.
Per ora di parti italiane non ce ne sono, posso solo augurarmi che abbia successo in modo da portare la produzione qui come auspicano, per poi impiegare parti e manodopera italiane.
Io devo fare ancora occhio ed orecchio per assimilare questi mezzi, e continuerò a far ronzare i miei vecchietti fino a quando si apposteranno agli angoli delle strade per abbattermi a fucilate.
Riconosco però che il ciclomotore così come lo intendo io non fa più numeri di vendita e che, oggettivamente, se ritornerà questo segmento sarà appannaggio di questo nuovo tipo di mezzi.
E allora ben venga se riusciranno a fare numeri, portando nuove idee e tanti posti di lavoro così come fu per i "nostri" motorini.