Buondì ragazzi, durante una lezione di fisica abbastanza noiosa mi sono sentito ispirato ed ho deciso di dare un piccolo contributo a questo grande forum, iniziando qui un filone di discussioni a tema moped garelli, analizzandone i singoli modelli, ognuno con le sue pecche ed i suoi pregi: inizio oggi con la parte più antica della storia garelli, quella legata al secondo dopoguerra.
Correva l'anno 1960 e la garelli necessitava di una svecchiata alla sua gamma ciclomotori, andando verso l'introduzione di modelli intermedi tra il popolarissimo e spartano mosquito ed i vari mosquito sport e mosquito 3 marce turismo, più simili a piccole motoleggere.
Qui vide la genesi la fortunata serie m della garelli (m non è altro che l'abbreviazione di mosquito), che per 10 anni fu protagonista nel panorama dei ciclomotori italiani.
Come per ogni garelli che si rispetti il progetto m è un misto omogeneo di tradizione e modernità, osserviamone il design...
Grosse ruote da 20, parafanghi avvolgenti, serbatoio a goccia... Tutti elementi ricorrenti nella produzione italiana del periodo e sicuramente apprezzati da un eventuale cliente...tuttavia la vera novità introdotta da questo ciclomotore sta nel suo propulsore: accanto alla versione m3, mossa dall'ovalino garelli 3 marce, vengono introdotte le versioni m2 ed m1, rivolte ad una clientela meno esigente e soprattutto orientata a spendere meno.
Le trasmissioni m1 ed m2 sono entrambe di nuova concezione, sviluppate dall'esperienza avuta con il mosquito centrimatic: la monomarcia adotta masse rotanti a bagno d'olio, mentre la bimarcia si compone come da foto (credetemi è più facile mostrare che spiegare
)
È doveroso precisare che queste soluzioni ben presto hanno lasciato spazio alle classiche frizioni a tampone di gomma, che per tanto tempo hanno contraddistinto i garelli. Un modo facile per distinguere una frizione dall'altra è guardare il semicarter sinistro:
Se è tutto in un pezzo ha la frizione in gomma idrofoba, mentre se ha la finestrella di regolazione monta i sistemi sopra elencati.
In questa foto sopra si nota anche il bizzarro sistema di avviamento delle prime versioni, ossia una leva di innesto simile a quelle dei 3 marce, ma priva di scatti di bloccaggio: essa semplicemente comprimeva un disco di sughero che metteva in presa campana ed albero.
Ultima cosa da osservare è il carburatore: le versioni più vetuste, ossia dal 60 al 65-66 circa, montavano il T4-10 S1, mentre le successive il classico 14-12 sha.
Arriviamo al gruppo termico, che è in linea con lo standard minarelli-morini, ma sempre una spanna sopra a rizzato, che si ostinava a perpetrare la soluzione del deflettore.
Lo schema è quello classico, 2 travasi + aspirazione, pistone bifascia con cielo bombato e finestrelle chiuse alla base.
Tale gt da il meglio di se nella versione 3m, vista anche la diretta parentela con i motori 3 marce prodotti prima del 57, ossia prima dell'introduzione del limite dei 45 orari... Citando le parole del vecchio meccanico da cui mi rifornisco, "il brio non gli mancava di sicuro"
L'arco si produzione si estende dal 60 al 69, tra le varie versioni, che si differenziano per piccole finezze estetiche: la versione m1 ha le placche distintive del carter di colore blu, mentre m2 ed m3 le hanno rosse. Tutti i modelli hanno i pedali per l'avviamento, aggiungendo che l'm3 usa la pedaliera anche come freno posteriore, con il sistema del contropedale.
Terminata la parte tecnica arriviamo dunque a quella estetica... Essenzialmente il ciclomotore non è cambiato molto in 9 anni, se non per il serbatoio, che già nel 62 ha perso la forma a goccia in favore di qualcosa di più rotondeggiante.
In questo depliant del 68 si vede anche che il faro a carcassa metallica e cornice cromata ha ceduto il posto ad un più moderno cev in plastica, decisamente più compatto, ma meno ricercato ed elegante.
Altro punto di stacco sono le ruote, che già dal 62 sono passate ad un più piccolo diametro 18, il che rende la reperibilità degli pneumatici una mezza impresa
Il garelli m termina la sua produzione nel 69, con l'avvento della serie gulp, terminando l'onorata carriera con svariate decine di migliaia di esemplari venduti... Ancora oggi ogni tanto capita che nelle mie escursioni tra stalle e cascine veda spuntare uno di questi ciclomotori da un angolino buio... Brutto, sporco ed arrugginito, ma sempre pronto a ruggire di nuovo con un po' di miscela fresca, come ogni garelli che si rispetti
Edited by LC-CA - 10/11/2021, 12:06