Correva l'anno 1967... in un'Italia nel pieno del suo boom economico fa il suo esordio un piccolo ma sconvolgente ciclomotore destinato a ribaltare il tavoliere del mercato interno... Ahimè stiamo parlando di un certo bussulotto di lamiere che tutti noi conosciamo bene, in un modo o nell'altro
Mentre il mondo del motorismo guardava con curiosità e non certo senza qualche risatina il Ciao (che con il suo assetto tutto rigido e con la sua dotazione minimale e risicata all'osso faceva tenerezza) gli ordini fioccavano e ben presto il piccolo Ciao invase le strade del bel paese, lasciando di stucco la concorrenza.
Tuttavia è plausibile pensare che non tutte le aziende rivali siano rimaste a guardare... Tra queste spunta prepotente la nostra Agrati Garelli, che nel 68 presenta l'operato di qualche valente ma sconosciuto ingegnere, che ha presto intuito la valenza della teoria Piaggio, ossia immettere nel mercato un ciclomotore semplice ma valido, un ciclomotore fatto su misura per i giovani!
Ora però non fraintendete, perché ciao e garelli non potrebbero essere più diversi, e non è possibile che il primo sia stato copiato dal secondo: il garelli in oggetto fu la risposta agrati al segmento di mercato che Piaggio aveva inaugurato l'anno prima, un ciclomotore simpatico ed originalissimo, anche troppo originale rispetto ai canoni Garelli...Osserviamolo:
Ruote da 16, assetto rigido, serbatoio nascosto nel portapacchi, colori accattivanti e dotazioni minimali... Il Garelli Super Gulp si configura subito come un punto di stacco dalla tradizione garelli, senza tuttavia rinunciare alla qualità ed alla cura del dettaglio che contraddistinguono i ciclomotori di questo marchio.
Curiosi i parafanghi a schiena d'asino, simili alle bici d'anteguerra.
Il telaio è tubolare, di facile costruzione e con soluzioni inedite al retrotreno... Sul tubo si osserva anche il logo del gulp stilizzato a simil di bicicletta, vero capolavoro di design... Anche lo slogan non scherza
La parte tecnica deriva direttamente dal garelli serie m, il che si traduce in un gruppo propulsore rodato e molto affidabile, con un'erogazione decisa e prestazioni più che all'altezza, visto anche il peso piuma del mezzo.
Le misure corsa ed alesaggio sono quelle classiche di casa garelli, ossia 39×40, per una cilindrata totale di 49 cc esatti ed un propulsore che predilige i regimi medio alti, anche complice la frizione a tampone in gomma che limita la ripresa.
Proposto esclusivamente in versione monomarcia o bimatic, il garelli super gulp rimane in produzione per il solo 68, venendo presto sostituito dal classico gulp, non senza aver prima tracciato la strada per la futura produzione garelli del decennio: al super gulp dobbiamo i simpatici colori pastello come il verde acido o l'arancio aragosta che tanto sono stati apprezzati sul successivo gulp, senza contare l'assetto di guida con motore basso e gomme bombate da 2 e 1/4-16, ricorrente in tutti i motorini del marchio brianzolo.
Nella penisola il suo successo è limitato, forse penalizzato dal design troppo originale rispetto al resto della gamma, ma all'estero viene apprezzato per la sua originalità e per il nome che ricalca l'espressione di stupore delle vignette dei fumetti e della tv, popolari tra i giovani del tempo.
Edited by MT53 - 14/5/2019, 21:03